Emanuele Lanzerotti, Romeno 10 aprile 1872 – Masnago, Varese, 3 settembre 1955
Il padre Alfonso era un commerciante agiato e Emanuele potè frequentare il Ginnasio di Trento e l’Università in Austria.
Mentre si trovava a Graz e aveva 22 anni, ricevette una lettera dal suo parroco, don Giuliani, che gli chiedeva di tornare a casa per Natale e di occuparsi “di un’idea nuova portata a Romeno da un gruppo di contadini ben pensanti, cioè della proposta dell’impianto di un magazzino sociale cooperativo per la vendita ai propri soci di granaglie e di altri prodotti agricoli”.
Il giovane Emanuele accettò la proposta e contribuì a fondare la Cooperativa di Romeno, entrando così in contatto con don Guetti, che del movimento cooperativo è considerato il fondatore. Da quel momento iniziò per lui un periodo di impegno intensissimo e di realizzazioni straordinarie. Fu tra i fondatori della Cassa Rurale, del SAIT, della Società che costruì la prima centrare elettrica sul Novella per portare la corrente elettrica nei paesi della valle, progettò la ferrovia Dermulo Mendola. Fu tra i fondatori del partito dei cattolici democratici e deputato a Vienna.
Durante la prima guerra mondiale si schierò per un Trentino italiano e per questo fu condannato a morte per tradimento e i suoi beni furono sequestrati.
Dopo la guerra tornò brevemente a Romeno, ma il suo lavoro di ingegnere si svolgeva ormai in Lombardia. Accanto a grandi successi, conobbe difficoltà, contrasti ed amarezze e trascorse l’ultima parte della vita in disparte, in casa della figlia a Masnago.
Emanuele Lanzerotti fu uno dei grandi protagonisti della storia moderna del Trentino, un uomo generoso che nei tempi più duri della nostra storia seppe intravvedere e percorrere una via di riscatto sociale, di solidarietà, di progresso.
Nel 1999, centenario della fondazione del SAIT, le sue spoglie furono riportate nel cimitero di Romeno.
Nel 2010, a cura dell’Associazione “G.B. Lampi” e del BIM Vallata del Noce, sono stati ristampati numerosi suoi scritti tecnici e di memorie.
(Sintesi della biografia di Andrea Graiff, in “Memorie e cronache di Romeno”, Francisci Editore, 2001, pag 245 – 48).