Giovanni Battista Iginio Zucal di Annibale Zucal e Rachele Graiff – Romeno 9 febbraio 1873 Capodistria 17 aprile 1946.
Frequentato il Ginnasio-Liceo di Trento, il 30 ottobre del 1901 si laurea in lettere presso l’Università di Vienna. Da subito inizia la sua attività di professore presso il Ginnasio-Liceo di Trieste e Rovereto.
Già negli anni di frequenza del Liceo a Trento, Iginio Zucal fa parte degli studenti socialisti trentini con Cesare Battisti, Gino Sartori, Adolfo de Bertolini ed altri ancora.
A Vienna, per gli studi universitari in lettere, fonda con Cesare Battisti e Antonio Gerin il primo giornale socialista italiano dell’Austria con il titolo “L’Avvenire del lavoratore”, “Arbeiter Zeitung“. A riguardo dell’indirizzo generale del giornale, il rapporto annuale di polizia dice che: “auf streng socialdemokratischer Basis ruht, aber bisher eine ziemlich gemäßigte Haltung einnahm” (poggia su una rigorosa base socialdemocratica, ma finora ha assunto un contegno piuttosto moderato).
A causa dei suoi sentimenti filoitaliani e socialisti, il professor Iginio Zucal viene radiato da tutti gli Istituti e Scuole dell’Impero Austroungarico. Costretto a rientrare a Romeno affianca i suoi famigliari nel lavoro dei campi.
Nel 1905, per le grandi manovre dell’esercito austroungarico, l’ Imperatore Francesco Giuseppe soggiorna a Romeno ed è in quell’occasione che il Professore Iginio Zucal viene riamesso all’insegnamento. Come pena di epiazione viene però mandato lontano dalla sua terra di origine, prima in un Liceo a Zara e successivamente in un Liceo a Capodistria (1). Nonostante questa amara esperienza, non rinnega ai suoi principi di italianità e di socialista convinto e per rafforzare queste sue convinzioni, cambia il cognome da Zucal in Zucali.
Da un primo matrimonio – 14 ottobre 1905 – con Reberschegg Maria (10 giugno 1881 – 06 marzo 1908), un’italiana di Zara, nascono due figli, entrambi morti in giovanissima età. Rimasto presto vedovo, si risposa – 01 gennaio 1911 – con Almerigogna Maria (21 settembre 1887 – 23 novembre 1956), figlia di un pescivendolo di Capodistria e cugina di Nazario Sauro. Da questo matrimonio nasce la figlia Iginia, per tantissimi anni maestra d’asilo in Valle di Non.
Nel 1907 partecipa alle elezioni per il parlamento di Vienna dove è candidato anche l’ing. Emanuele Lanzerotti:
Reichstrafswahl 1907. Reichstrafswahl 1907 wurde am 14 Mai 1907 (erster Wahlgang) durchgeführt. Eine Stichwahl entfiel auf Grund der absoluten Mehrheit von Emanuel Lanzerotti im ersten Wahlgang.
Kandidat Partei Wahlkreisstimmen Prozent
Emanuel Lanzerotti Trentiner Volkspartei 5731 80,5%
Iginio Zucali Sozialdemokratische Partei des Trentino 1020 14,3%
Luigi de Campi Italienisch Partei 337 4,7%
Sonstige 30 0,4%
Negli anni ’20 dopo l’affermazione del Partito Fascista, Benito Mussolini scrive al Prof. Zucali invitandolo a Roma per affiancarlo e supportalo nel sue scelte politiche. Il Prof. Iginio, fedele ai suoi ideali e poco incline ai compromessi, rifiuta la proposta di Mussolini. A causa di questo sua decisione deve subire l’aggressione di un manipolo di fascisti e, conseguenza peggiore, viene definitivamente rimosso dall’insegnamento in qualsiasi Istituo o Scuola del Regno. Senza un’occupazione sicura e costretto ad un basso tenore di vita, per mantenere la famiglia impartisce lezioni di italiano, tedesco, francese, latino, greco e matematica.
Muore in povertà a Capodistria all’età di 73 anni il 17 aprile 1946.
Subito dopo la sua marte, a causa dei mutamenti politici in quella regione, la figlia Iginia rientra a Romeno.
Negli anni ’70 le spoglie del Prof. Iginio Zucali vengono traslate nel cimitero di Romeno.
“Alcune Lettere di Cesare Battisti a Igninio Zucali” Capodistria – Stab. Tip. R. Pecchiari – Vascotto & C.i -1922 Lettere
(1) Ricordi di scuola di Giani Stuparich:
Quella dell’insegnante era una carriera modesta ma dignitosa. Tuttavia di elementi triestini se ne contavano relativamente pochi, essendo il triestino meglio inclinato a occupazioni più brillanti e lucrose […]. Il gruppo più numeroso era formato dai professori trentini. Venivano dalle loro vallate austere, si stabilivano in questa città di traffici e di menti sveglie e vi portavano la loro metodica scienza, correggendo e imbrigliando lo spirito intraprendente e mobile dei giovani. Ottimo innesto; anche loro in certo modo si triestinizzavano, mettevano famiglia e radici qua e soltanto alcuni, nella vecchiaia, tornavano alle loro valli tranquille. Quello dei trentini era veramente un gruppo d’insegnanti a cui si adattava l’epiteto di “valorosi”. Nei concorsi per la presidenza del ginnasio comunale toccò più volte a loro la palma (povera e onesta palma, carica di responsabilità)